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Lunedì 23 Maggio 2022
Mafia: uccisi in un attentato Giovanni Falcone, la moglie e tre uomini di scorta
Il 23 maggio 1992 nei pressi di Capaci (Palermo) sull'autostrada Trapani-Palermo viene assassinato con una tremenda esplosione provocata da una carica di tritolo da 1000 Kg. posta in un sottopassaggio e fatta brillare con un comando a distanza, il magistrato Giovanni Falcone, direttore degli affari penali del ministero di Grazia e Giustizia e candidato alla carica di Superprocuratore Antimafia . Insieme a Falcone muore la moglie Francesca Morvillo (anche lei magistrato) e gli uomini della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo. L'11 novembre 1993, a seguito di attente indagini e della confessione di un paio di pentiti, la procura di Caltanissetta emette alcuni ordini di custodia cautelare contro diversi uomini d'onore (per la maggior parte latitanti) tra cui Giovannni Brusca, Leoluca Bagarella, Domenico Ganci, Antonino Gioè, sospettati di essere gli esecutori materali della strage di Capaci. Il 12 aprile 1994 la Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta emette degli ordini d'arresto contro i componenti della cosiddetta «cupola» di Cosa Nostra, accusati di essere i mandanti: tra gli altri Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pietro Aglieri e Michelangelo La Barbera. Il 19 aprile 1995 comincia il processo davanti alla Corte d'assise di Caltanissetta. Il 20 maggio 1996 viene catturato Giovanni Brusca, esecutore materiale della strage, che comincia a collaborare. Il 26 settembre 1997 si conclude il processo di primo grado. Numerose le condanne all'ergastolo incluse quelle di Totò Riina, Nitto Santapaola, Giuseppe Madonia, Pietro Aglieri. Il 4 maggio 1999 comincia il processo d'appello a Caltanissetta. Il 7 aprile del 2000 la corte d'appello di Caltanissetta amplia le condanne inflitte in primo grado. Ergastolo, tra gli altri, anche per i boss Bernardo Provenzano, Filippo e Giuseppe Graviano. Condanne ridotte invece per alcuni pentiti.
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